Dall’Ungheria all’Austria, la mappa dell’estrema destra in Europa

Dall’Ungheria all’Austria, la mappa dell’estrema destra in Europa

Il boom degli estremisti del FPO nelle elezioni austriache ha riaperto la questione dell’avanzata dell’estrema destra in Europa. Dalla Francia di Marin Le Pen, all’Ungheria di Jobbik, viaggio nell’anima nera dell’Ue.

La destra oltranzista del Fpo di Heinz-Christian Strache ha fatto segnare il suo record storico alle elezioni austriache, confermando l’avanzata generale, in tutto il Vecchio Continente, dei movimenti populisti, xenofobi e euroscettici, che al governo o in Parlamento rafforzano le proprie posizioni. Questa la mappa.

  • REPUBBLICA CECA: A pochi giorni dalle elezioni parlamentari del 20 e 21 ottobre, nulla sembra poter fermare la corsa dell’imprenditore miliardario e proprietario di vari media Andrej Babis, leader del movimento populista Ano 2011 (Alleanza del cittadino scontento). Il movimento anti-establishment, dai toni radicali sui migranti, viene dato in grande vantaggio dai sondaggi, nonostante accuse e sospetti, in passato, abbiano costretto Babis a dimettersi da ministro delle finanze.
  • GERMANIA: Alternative fuer Deutschland (Adf) è il terzo partito nel Paese, e con oltre il 13% dei voti alle consultazioni di settembre ha fatto il suo ingresso per la prima volta al Bundestag, con 94 deputati, su un totale di 630.
  • FRANCIA: La leader del Front National Marine Le Pen è arrivata al ballottaggio con Emmanuel Macron alle elezioni di aprile, raccogliendo uno storico 21,53%. Ma Fn si è poi fermato al 13,2% alle legislative di giugno, ottenendo comunque 8 seggi in Parlamento rispetto ai due della passata legislatura.
  • OLANDA: Alle elezioni del marzo scorso, il Partito per la Libertà (Pvv) di Geert Wilders, anti-Ue e anti immigrati, dato per vincente, è arrivato secondo dietro il Vvd del premier Mark Rutte (33 seggi) col 13,1%, ottenendo 20 seggi (5 in più rispetto al voto 2012).
  • SLOVACCHIA: Un elettore su cinque ha votato estrema destra alle politiche di marzo. Il Partito Nazionale Slovacco (Sns) di Marian Kotleba, neonazista, ha ottenuto oltre l’8% ed è nella coalizione di governo, con tre ministri.
  • POLONIA: Risultato plebiscitario nell’ottobre 2015 per il partito nazionalista e ultraconservatore Giustizia e Libertà (Pis) fondato dai fratelli Kaczynski, al potere con la premier Beata Szydlo, decisamente in rotta di collisione con Bruxelles.
  • FINLANDIA: Il partito di destra dei Veri Finlandesi è nella coalizione di governo formata dal premier centrista Juha Sipila nel 2015. Timo Soini, il leader del movimento che ha fatto dell’euroscetticismo la sua principale carta elettorale, è ministro degli Esteri e degli Affari europei.
  • DANIMARCA: Lo xenofobo Partito del Popolo danese (Df) si è confermato seconda forza politica alle elezioni del 2015, col 21,1% dei voti, ma il premier Lars Lokke Rasmussen lo ha lasciato fuori dal governo.
  • GRECIA: Nel 2015, i neonazisti di Alba Dorata hanno ottenuto oltre il 7% dei voti e rappresentano la terza forza politica.
  • BELGIO: Dall’ottobre 2014 sono nella coalizione di governo nazionalisti fiamminghi dell’N-VA del sindaco di Anversa Bart De Wever, che ha ottenuto il 33% dei voti, e punta, anche – se non nell’immediato – all’indipendenza delle Fiandre.
  • UNGHERIA: Il partito Jobbik aveva ottenuto oltre il 20% dei consensi alle politiche dell’aprile 2014 e rimane il partito di estrema destra più rappresentato in un parlamento europeo. La formazione, seconda nei sondaggi, punta alle elezioni del 2018 a prendere il posto del premier Viktor Orban, premier di destra nazionalista e anti-immigrazione a capo di un partito, Fidesz, di stampo nazionalista ed euroscettico, che nonostante faccia capo alla famiglia europea del Ppe ingaggia spesso duri confronti con Bruxelles.

Fonte: lettera43.it

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