Il primo gennaio 1948 entrava in vigore la Carta. Negli articoli e nei verbali costituenti l’idea di un progetto di società che non negava soltanto il fascismo, ma anche lo stato di cose della nuova epoca, come sottolineava Calamandrei. Ideali oggi largamente traditi, soprattutto sul fronte dell’economia e del lavoro.
Ai tempi del World Wide Web anche la campagna elettorale si adegua e diventa 4.0. Social media, siti, blog e streaming sono le parole d’ordine con cui i candidati cercheranno di conquistare voti a colpi di post, foto e video in vista delle elezioni di marzo. Ogni partito ha la sua strategia, tra tattiche nuove e comizi vecchio stampo ma la rete resta centrale per tutti.
Stiamo lavorando al sito che sarà uno strumento di mobilitazione, dice Chiara Geloni, responsabile della comunicazione web di Articolo 1 che insieme alla squadra di Sinistra Italiana e Possibile sta organizzando la comunicazione della neonata lista Liberi e Uguali che fa capo a Pietro Grasso. Sul sito i militanti potranno trovare le date, gli appuntamenti, le parole chiave della campagna, finanziarla e partecipare anche in rete. I candidati invece potranno trovare delle schede e degli strumenti per parlare ai cittadini e approfondimenti di vario tipo. L’organizzazione sta partendo proprio in questi giorni, subito dopo il lancio del simbolo che sui social ha già riscontrato molto successo. Esiste da poco ma è già oggetto di vari tentativi di imitazione spiega la digital strategist – Ci sono varie pagine fake ma anche pagine spontanee che scelgono di chiamarsi per esempio liberi e uguali’o libere e uguali’. Questo è un segno positivo che va valorizzato: è una manifestazione spontanea di volontà di partecipazione. L’esperta di comunicazione non è per nulla preoccupata dal dilagare inarrestabile di profili social falsi e delle fake news che il web rende sempre più semplice diffondere: Mi preoccupo di più delle true news dice la nostra strategia è raccontare storie di cui i media tradizionali non parlano ma che invece sono la verità sull’Italia di oggi e con cui Liberi e Uguali può diffondere il proprio pensiero. Chiara Geloni ha una visione dello stare sui social che definisce di sinistra: bisogna valorizzare la comunità spiega – e considerarla non come un gruppo di tifosi che anticipano la voce del leader, magari in maniera aggressiva, ma come una rete, valorizzando il protagonismo di tutti, rilanciando le proposte del territorio, facendo quell’unione che fa la forza per amplificare il messaggio e arrivare a tutti.
Sulla comunità punta anche la comunicazione di Forza Italia. Leggiamo quasi tutti i commenti che vengono postati nella pagina di Berlusconi perché è da lì che ci arrivano spunti, integrazioni, suggerimenti e critiche che ci consentono di migliorare la nostra proposta, sia in termini comunicativi sia di contenuto, spiega Antonio Palmieri, lo storico uomo delle campagne elettorali del partito che dal ’95 si occupa anche del mondo online. È come se fossimo dei giganteschi focus group che di persona sarebbe impossibile fare, dice. La strategia per le elezioni 2018 punta a rinfoltire la presenza del partito sul web. Berlusconi ha aperto un account Twitter personale che non aveva mai avuto prima, ha riaperto Instagram che era rimasto inattivo per due anni. Disseminiamo con la nostra presenza tutti gli spazi del web con live tweet, dirette su Facebook, Google Plus. L’obiettivo è quello di creare un momento di formazione per i nostri sostenitori, trasmettere i punti fondamentali del nostro programma in modo tale che possano a loro volta riproporli sul web, spiega Palmieri. Per questo motivo il partito produce numerose infografiche facili da comprendere e da girare magari anche attraverso WhatsApp o via mail. In questo modo anche i coordinatori regionali, i parlamentari e i responsabili territoriali hanno a disposizione in tempo reale il materiale per le loro campagne. Bastano pochi click e si crea una catena che arriva molto lontano. Sui social diciamo la nostra in modo diretto e senza filtri, aggiunge Palmieri. Da anni bersaglio di notizie false, il partito di Berlusconi non si è mai lasciato intimidire: l’unico rimedio possibile è la chiarezza con cui proponiamo soluzioni agli italiani, dice il responsabile della comunicazione.
A casa Salvini la comunicazione sul web è una scienza esatta. La gestisce La Bestia, così lo chiamano nel quartier generale della comunicazione della Lega, ed è un sistema tecnologico/informativo proprietario sviluppato dal partito che offre strumenti di automazione, databasizzazione, collaborazione e reportistica per tutto il team social. Strumenti che per la campagna 2018 verranno ulteriormente arricchiti, offrendo supporto a tutta la war room salviniana. Il team di comunicazione guidato da Luca Morisi, spiega che a gennaio sarà presentato il nuovo sito che fungerà da fulcro web di tutta la campagna offrendo archivi grafici e documentali, mappa candidati, metodi innovativi di comunicazione e interazione sia per i candidati sia per gli attivisti digitali che potranno essere costantemente aggiornati tramite social, email, instant messaging (Whatsapp e Telegram) e texting tradizionale (SMS). Il team racconta che le linee d’azione sono varie e gestite con precisione a stretto contatto con Matteo Salvini: la formula TV-Rete-Territorio, con ibridazione continua tra ambiti mediatici diversi che rimandano l’uno all’altro, disintermediazione della comunicazione del leader, continuità e tempestività d’azione, interazione e community bulding, impatto multimediale e percettivo e tanta sperimentazione. Fondamentale è poi il ruolo di un ampio sotto-team che svolgerà tutta una serie di attività non automatizzabili come la risposta ai messaggi e alle mail, contact-management, attività di produzione multimediale di routine, monitoraggio, validazione e controllo.
Da sinistra a destra Facebook, Twitter e Instagram sono diventati sempre più fondamentali per le elezioni. Probabilmente i grillini hanno colto la potenza del web prima degli altri ma adesso tocca sconvolgere l’elettorato con qualche novità. Penso che questa sarà Instagram, tutti avranno un account secondo il trend mondiale, dice Vincenzo Strino, digital strategist di Spin Factor, azienda napoletana specializzata in comunicazione politica. Basta osservare come Trump usa questo social dice – per capire come se ne può fare un uso nella comunicazione politica tramite video anche brevissimi, le stories, la maniera che poi utilizzano tutti senza nessun trucchetto. Strino è definito da molti un animale da campagna elettorale. Per lui l’Italia è molto indietro per la comunicazione politica. Spero che quest’anno finalmente ci libereremo di manifesti e cartelloni dice Il problema è che non c’è un reale riconoscimento dei professionisti della comunicazione sul web come i social media manager e i digital strategist. Queste sono figure imprescindibili e invece in molti casi è ancora un ruolo affidato ai militanti smanettoni. Si tratta di figure professionali che esistono da anni, ma per Strino solo i più attenti ne hanno compreso l’ importanza e si sono affidati a professionisti del mestiere che fanno realmente la differenza non solo per i post che scrivono sui social. La tattica che Strino, da social media manager, suggerisce ai politici è quella di raccontare la parte più umana del politico, accostare la realtà al virtuale: cerchiamo di presentare uomini di tutti i giorni dice – non dico in tuta, perché c’è chi indossa giacca e cravatta pure di notte, ma quasi.
Per Claudio Velardi, docente del Master in Comunicazione Politica al Suor Orsola Benincasa, le elezioni 2018 saranno caratterizzate da tre aspetti. Il primo è che con la pervasività di internet stanno acquisendo una fondamentale importanza i sondaggi. Al momento la campagna elettorale la stanno facendo proprio loro dice Velardi – ma sono dei puri strumenti di marketing senza alcun valore scientifico. Se hai un sondaggio favorevole scatta il famoso fenomeno del salire sul carro del vincitore e così l’elettore si convince a rafforzare ulteriormente il partito che sembra avere una maggiore forza. Per l’esperto i sondaggi sono fake news in partenza: Non parliamo di grandi numeri ovviamente ma di spostamenti di alcuni punti percentuali che poi fanno la vittoria o la sconfitta. Il secondo fenomeno nuovo sarà il ritorno dei collegi uninominali. La campagna elettorale verrà fatta da una parte dai partiti spiega Velardi – ma molto di più dai candidati dei collegi uninominali che sono quelli che trascinano il voto proporzionale ai partiti. L’ultima volta che si votava con queste modalità c’era il Mattarellum, e allora la rete non era pervasiva come oggi. Per Velardi è importante la comunicazione social ma con un forte radicamento sul territorio. Se dovessi organizzare la campagna elettorale di qualcuno oggi, impegnerei il 50% dell’attività mentale alla rete e il resto al contatto fisico con gli elettori che all’epoca del 4.0 è venuto totalmente meno. Velardi crede che la pervasività della rete non abbia fatto proprio bene alla politica e che anzi abbia aumentato le distanze con i cittadini. Oggi bisogna trovare degli strumenti nuovi di comunicazione nella rete e fuori. Bisogna andare in cerca sempre di qualcosa di nuovo, vincerà chi si inventa il 5.0.
Autore: Rossella Grasso | Fonte: ilmattino.it