01/09/2012 – Ogni tornata elettorale, ormai dal ’94, è l’occasione per gli italiani di scoprire un nuovo modo di comunicare dei politici attraverso i media ed i più disparati mezzi di locomozione (la nave da crociera, il camper, il bus giallo). Quest’anno è il turno del sindaco di Firenze Matteo Renzi che a dire il vero ha cominciato la sua opera di penetrazione mediatica già esattamente un anno fa alla stazione Leopolda col “Big bang” dei rottamatori (Ottobre 2011).
Il tour in camper. La prima tappa di Renzi in veste di candidato alle primarie del PD (o del centrosinistra) risale all’inizio di Settembre; a Verona e Padova s’è alzato il velo su quale sarà il tenore del battage renziano: è giovane, lo dice a più riprese, ma son più giovani i suoi figli che inserisce spessissimo nel racconto per immagini del suo programma politico, comunica con un linguaggio semplice e comprensibile ma infarcito di termini da social network non scadendo però nel giovanilismo, propone internet come soluzione a qualche falla burocratica italiana con cognizione di fatto e non appropriandosene superficialmente come avviene per qualcuno.
Ogni capitolo della sua strada attraverso lo Stivale ha un b-side multimediale, sul sito c’è un vero e proprio cronoprogramma video dei suoi interventi nelle città già battute e soprattutto c’è un primo esempio di come, se dovesse vincere, userà la rete: l’infografica del finanziamento della campagna elettorale con gli obiettivi prefissati ed in quanto tempo vengono raggiunti, le percentuali di donazioni in base agli importi e via dicendo; per la pubblica amministrazione giura sarà così, il freedom information act, uno strumento per la pubblicazione dell’intero bilancio dello stato come ha voluto anche per il comune che guida. Un passaggio molto importante questo che si inserisce nel discorso della richiesta sempre più pressante di maggiore trasparenza nei conti della pubblica amministrazione che nell’ultimo periodo ha alimentato fortemente i sentimenti d’antipolitica.
Renzi a confronto. Non ci son dubbi, tra colori, cartelli, e slogan diretti, siam difronte ad una scopiazzata spudorata della campagna di Obama, ma questo importa poco sinceramente, anzi andrebbe accolto in maniera favorevole perché dimostrazione d’apertura verso nuovi orizzonti e sintomo di una capacità del “nuovo che avanza” di padroneggiare la politica a 360 gradi; Renzi non demanda al suo staff la comunicazione ma la gestisce attivamente col suo inseparabile iphone, la inventa passo passo raccogliendo il suo volantino da terra, la manipola in tempo reale assecondano l’umore della platea. Il saper bene comunicare di Renzi non viene dal nulla e non è studiato soltanto per raggiungere l’obiettivo finale e coccolare l’elettorato, il germe nasce nella giusta interpretazione dei feedback che arrivano dalla popolazione e che dal palco vengono trasformati in risposte mirate questo significa saper vivere con lucidità il presente avendo chiaro il quadro generale dei problemi e delle possibili soluzioni che la politica dovrà offrire nell’immediato dopo-Monti. L’epoca dell’unidirezionalità del comizio in piazza o in tv è finita da un pezzo, l’ha capito Vendola e l’hanno capito Renzi e Grillo ed è su questo terreno che si giocheranno le future competizioni elettorali
I contenuti del messaggio renziano. Il programma politico di Renzi è semplice e snello, dodici punti ricavati dai cento della Leopolda, leggendolo si ha l’impressione che per stilarlo sia servito un mirino di precisione puntato dritto dritto sulle mancanze della politica italiana degli ultimi anni concedendo zero spazio alle circonvoluzioni ideologiche che ancora spaccano il suo stesso partito, in compenso largo spazio ad una nuova visione dell’Europa, diversa da quella che abbiamo conosciuto con Monti e con le lettere della Bce, la necessità è piuttosto quella di avere un’Europa che curi gli europei nell’interezza della definizione di cittadino, dalla sua istruzione alle politiche sul lavoro facendo in modo di viaggiare quanto più possibile collettivamente ad una stessa velocità.
Fonte: mediapolitika.it | Autore: Pietro Falco