Le turbolenze interne al PD sulla composizione delle liste sono presenti in tutti i partiti, anche a Destra, con la differenza che da quelle parti sono un po’ più discreti, ma non si creda che anche lì non sia pieno di serpenti sotto le foglie.
Andando oltre i personalismi e le frasi infelici (quella sui “territori inidonei” è probabilmente un picco non raggiungibile) il nocciolo della questione è chiaro: “non voglio i collegi perché non sono sicuri, voglio il posto di testa nella lista bloccata”, in questo è emblematico il caso della Morani, che ha rifiutato di candidarsi a Pesaro, la sua città.
Il problema non è il capriccio di questo o quel candidato (in realtà spesso candidata), quanto la madre di tutte le disgrazie: la lista bloccata. Sono ormai 16 anni che i Parlamentari sono abituati ad essere eletti senza fare campagna elettorale, senza doversi mostrare ai cittadini, senza la fatica di discutere in pubblico di sé stessi e delle loro idee e questo aspetto ha contribuito non poco al progressivo decadimento della qualità degli eletti e all’allontanamento dei cittadini dalla politica.
Un sistema nel quale sai prima del voto chi sarà eletto e chi no è un sistema tossico, incompatibile con la democrazia e il fatto che i listini siano corti o lunghi non cambia questo fatto. Fino a quando non avremo rimosso lo scempio delle liste bloccate (cioè mai) il nostro Paese non avrà più competizioni aperte e democratiche e la lontananza dei cittadini dalla politica continuerà a crescere.
Fino al punto di rottura.
Autore: Marco Cucchini (C)